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SGARBEIDE

Una rassegna fotografica che ripercorre gli innumerevoli viaggi di Vittorio Sgarbi in Italia e all’estero attraverso gli scatti del suo addetto stampa, Nino Ippolito.

​Un omaggio della Fondazione al suo Direttore Artistico in occasione dei suoi 70 anni.

La mia Sgarbeide

 

La vita quotidiana, per Vittorio Sgarbi, è epica del quotidiano, romanzo picaresco contemporaneo.
È vita privata che diviene artistica e politica, eterna avventura che incide nel presente perché attraversa fatti d’arte (e non d’arme), eventi politici di rilevanza nazionale e non di rado internazionale, moti dell’animo che divengono fatto di costume, cronaca minuta, sommovimento culturale e grande storia che si uniscono in unico tempo e in mille spazi diversi.
Il suo è un muoversi costante e incessante, un passare con folle velocità da un luogo all’altro, da un museo all’altro, da una chiesa o da una collezione privata ad un’altra, senza che mai la velocità e l’ininterrotto dinamismo, che avrebbero fatto invidia, nella loro vita privata, ai più scalmanati tra i futuristi, producano una diminutio della qualità della singola esperienza, del parlare e del ragionare, in pubblico come in privato, o anche solo del guardare, del relazionarsi, del conoscere e dare ascolto.


Vittorio è infatti in grado di dare ascolto a decine di persone in un giorno e non perdere mai la sua concentrazione, di preparare dieci esposizioni, scrivere due testi per un catalogo o per un libro e visitare insieme almeno una dozzina tra mostre, collezioni dove scovare un capolavoro, studi di artista, festival, case private, visitare amici famosi o del tutto sconosciuti con la stessa identica intensità e capacità di scambio intellettuale e umano.
Già, il Gran Tour di Vittorio, la Sgarbeide che non conosce mai fermate né intoppi né momenti di pausa o di stanchezza, non è solo un “fatto di costume”, non è la semplice descrizione di una vita tesa al limite e oltre l’incredibile nell’instancabile tourbillon di movimenti e di viaggi mai causali né scontati, non è solo costante arricchimento intellettuale per chi gli attraversa il cammino, per chi si ritrova a sentirlo in una conferenza o, semplicemente, per chi lo incontra per strada e lo saluta, venendo sempre ricambiato e riempito di attenzioni, chiunque sia e qualunque posto occupi nella scala sociale e generazionale: è, prima di tutto, un “fattore umano”, molto umano, a volte persino troppo umano.

Umano perché Vittorio lascia memoria, stupore, ricordo di un incontro intenso e mai scontato, ovunque vada e ovunque si trovi.
Lo posso dire non solo da testimone d’eccezione, come sono e sono sempre stato essendogli vicino, collaborando con lui da decine d’anni, ma anche come amico, sodale, complice di mille avventure artistiche e culturali.
In questa bellissima e intensa avventura di vita, d’arte e di cultura che mi auguro non debba mai aver fine.

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Santino Carta

MOSTRA SGARBEIDE -PREMIO PIO ALFERANO 2022.jpg
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