ENZO CUCCHI
UN SOGNO LUNGO TRE SOGNI
a cura di Vincenzo Mazzarella e Vittorio Sgarbi
Inaugurazione della Mostra
sabato 3 agosto 2013 ore 20.30 - Castellabate (SA)
Belvedere San Costabile - Castello dell’Abate
3 - 25 AGOSTO 2013
Orari: 9:30-12:30 18:30-24:00
Ufficio Promozione Turistica e Culturale
Tel. 0974 960853

PRESENTAZIONE di Vittorio Sgarbi
Nessun dubbio che l’opera di Enzo Cucchi si distingua, tra le esperienze artistiche degli ultimi trent’anni, per una fortissima tensione intellettuale. Nessuna illustrazione. Nessun racconto. Nessuna descrizione. La pittura di Cucchi è pensiero, idea. La sua materia è materia che pensa. Nella tradizione più alta della Scuola Romana: quella di Scipione. Nel ritorno alla pittura, l’iniziale appartenenza alla Transavanguardia appare semplicemente un’occasione, quasi un pretesto senza vere affinità e programmi comuni, e con differenze così palesi da liberare Cucchi da ogni logica di movimento o di gruppo, sotto i precetti di un ideale manifesto. Egli si era distinto dai compagni di gruppo per una forza tellurica, un’energia del colore e della forma, senza alcuna remora descrittiva: un vero visionario, nella straordinaria integrazione di forma e pensiero. Anche alcuni dei dipinti e delle sculture di questa serie non rientrano tra le opere belle e ben fatte. La pittura e la figurazione, per Cucchi, non sono consolazione e armonia delle forme, ma turbamenti, deliri, vascelli fantasma, cattedrali, come sacri monti sui quali si alternano la vita e la morte. Ci sono, in Cucchi, la forza e l’urgenza drammatica di un’esperienza artistica inevitabile, come un’ascesi mistica. Una vera e propria ricerca del senso delle cose ultime, arte implicata e implicante, mai applicata. In Cucchi si afferma, più ancora che una nuova offerta pittorica, una visionaria dimensione poetica, analoga a quella dei Canti orfici di Dino Campana.
Poeta, senza dubbio, prima che pittore, dello stesso fuoco, della stessa materia incandescente. La parola e la pittura seguono. Quest’urgenza della vita, questo colore sempre bruciante e sempre bruciato, sono verità interiori che hanno la loro storia nelle Grotte di Altamira e di Lascaux o sull’altopiano dell’Akakus, e la loro preistoria in Munch e in Nolde. Non c’è estetismo, non c’è illustrazione in Cucchi, che non cede alle tentazioni decorative di un artista vicino a lui, eppur notevole, come Anselm Kiefer. Cucchi è primario, originale, estremo. Può essere spiacevole, perché nulla vuol concedere al gusto di chi rimpiange un ordine perduto, una bella forma, talora ancora vagheggiata, ma sempre più remota. Tra i contemporanei, nel suo tempo mentale, Cucchi annovera Van Gogh, non per ambizione o emulazione, ma per necessità espressiva, talvolta anche insufficiente testimonianza di un disagio. La realtà chiede un rispecchiamento, come insegnava Caravaggio; ma spesso non è quello che ci si attende. E Cucchi non può indulgere a ciò che noi vorremmo o a una nostra realtà interpretata. La sua forma è come il sensore di un terremoto: registra, non interpreta e non contrasta.
Può venirne anche disperazione, dolore, turbamento.
E questo Cucchi esprime.

marmo nero 35 x 19 x 27 cm Opera unica

marmo bianco 35 x 19 x 27 cm Opera unica

terracotta smaltata e dipinta a freddo 63 x 72 x 61 cm

litografia 105 x 82 x 13 cm

bronzo 76 x 120 x 22 cm Opera unica

olio su tela 210 x 185 cm

terracotta smaltata e dipinta a freddo 100 x 100 cm

litografia su pietra
UN SOGNO LUNGO TRE SOGNI di Vincenzo Mazzarella
La mostra di Enzo Cucchi è un viaggio iniziatico.
Inizia con il vascello di bronzo.
Con le teste dei Cristi che lambiscono le onde delle nubi,
presumibilmente quelle dipinte da Piero della Francesca,
e continua con la bussola creata dal gatto, l’unico personaggio vivo.
Continua con le cattedrali di marmo e con le sovraesposizioni di teschi o animali.
D'altronde le cattedrali erano costruite sulla storia.
Continua con l’arrivare a riva e c’è il gallo, un'altra presenza viva.
Di nuovo il gatto padrone del mondo nuovo.
Poi un altro giorno, quindi teschi e alberi.
Il mondo nuovo si fonda sulla storia e la storia è fatta di ricordi di morti.
Viva è solo la materia dell’artista e le sue visioni,
non sono memento mori, sono piccole visioni e astruse immagini.
Il sogno continua,
in quattro, cinque, sei, sette,
e altri settemila sogni.
Divertitevi.
Vincenzo Mazzarella
